Una delle attuali sfide delle imprese è il rapporto che intercorre tra loro e le banche che spesso si pongono in una posizione di giudizio e valutazione rispetto alla loro situazione economico-finanziaria. Lo scopo di questa indagine è quella di analizzare l’eventuale merito creditizio.
Cosa si intende per merito creditizio? Altro non è che un punteggio assegnato all’azienda rispetto alla sua capacità o meno di far fronte all’estinzione di un impegno finanziario.
Il suddetto punteggio può assumere il nome di “rating” quando si tratta di banche di grandi dimensioni o, al contrario, “scoring” quando ci si trova dinanzi a piccole banche.
È bene avere costantemente sotto controllo il rating, poiché precipitando trascinerebbe giù con sè l’impresa, comportando conseguenze su più livelli:
Osticità nell’accedere a nuovi finanziamenti.
Rischio di riduzione o di revoca degli affidamenti già esistenti.
Innalzamento del costo degli affidamenti già concessi.
Tre sono gli stati di rischio in cui un’impresa può andare in contro:
Abbassamento del rating al di sotto di una soglia critica.
Sconfinamenti rispetto agli affidamenti concessi dalla banca. Ad esempio quando si oltrepassa il limite di 90 giorni per adempiere alla rata del mutuo.
Categorizzazione dell’impresa come “inadempienza probabile”. L’impresa potrebbe essere valutata tale al manifestarsi di past-due. Ciò equivale a dichiarare l’impresa non in grado di far fronte agli impegni presi.
Fatte le dovute premesse teoriche, è giusto ora chiedersi come nel concreto gli istituti bancari monitorino il rating. Pertanto, le analisi compiute dagli istituti bancari sono le seguenti:
Analisi quantitativa.
Analisi qualitativa.
Analisi andamentale.
Questo tipo di indagine si fonda sui dati di bilancio, storici e prospettici. Nel formulare il punteggio del rating ha un peso che oscilla tra 5 ed il 10% rispetto alle altre due forme di analisi.
Il focus si sposta dai numeri alle caratteristiche salienti, non misurabili empiricamente. Ad esempio in questa fattispecie si tiene conto della natura dell’impresa, dell’appartenenza ad un gruppo piuttosto che un altro, del rapporto con i competitors, della governance e via discorrendo.
Quest’ultimo tipo di analisi indaga la capacità dell’impresa di fare uso dei fidi a disposizione, valutando al contempo il peso del debito e la redditività dell’impresa.
Nello specifico esistono tre modalità per effettuare quest’analisi:
Analisi delle forme di affidamento rotative, cioè della presenza di equilibrio patrimoniale e di rotazione (sufficiente movimento dei fidi).
Analisi delle forme di affidamento rateali con cui si valuta la capacità di rimborsare i prestiti richiesti.
Analisi della situazione debitoria totale, effettuata nuovamente attraverso l’indagine dell’equilibrio finanziario e dell’equilibrio economico.
Sarebbe, dunque, opportuno avere a disposizione dei consulenti in grado di monitorare il rating dell’impresa, individuando per tempo i fattori di rischio che potrebbero incorrere.
I nostri consulenti costruiranno, insieme a te, la soluzione migliore per far crescere la tua azienda.
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