Sul piano sociologico e GiusLavoristico esiste un tema particolarmente caldo che ancora oggi suscita contrasti e dissensi: il Gender Pay Gap e più in generale le differenze di genere sul mercato del lavoro.
Con il tentativo di appianare il divario oggi esistente tra le parti, la Legge di Bilancio 2022, ha previsto l’istituzione di un certificato sulla parità di genere, ottenibile dalle aziende più “meritevoli” e lige nell’applicazione di politiche di equità relativamente al genere dei propri collaboratori.
Il suddetto certificato, previsto all’interno del PNRR ed introdotto dalla legge 152/2021, si pone come obiettivo quello di inserire il più possibile le donne all’interno del mercato del lavoro, riducendo il divario salariale tra i generi, attraverso la creazione e diffusione di un sistema valido a livello nazionale.
Ottenere tale certificato permetterebbe alle imprese beneficiarie di avere accesso a diversi incentivi contributivi e sgravi fiscali, come ad esempio la partecipazione in via preferenziale a gare di appalto pubbliche.
Ogni tipo d’impresa si vedrà protagonista, dalla micro-organizzazione (seppur con delle semplificazioni) fino alla multinazionale.
Per accedere ai benefici derivanti dal certificato vi sono delle condizioni da rispettare, sintetizzabili attraverso degli indicatori chiave:
cultura e strategia;
governance;
processi HR;
opportunità di crescita e di integrazione della donna all’interno dell’organizzazione;
equità salariale;
tutela della maternità;
work-life balance.
La verifica del rispetto dei requisiti verrà effettuata a cadenza biennale, attraverso l’emissione di un rapporto da compilare ed inviare in modalità telematica. Le aree da verificare saranno inerenti a: contratti, stipendi, formazione e promozioni.
Nel 2022 la scadenza per l’invio della documentazione è prevista per il 30 settembre, differentemente dagli anni successivi in cui sarà anticipata al 30 aprile.
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