La pratica della gestione temporanea di impresa o temporary management nasce con la necessità di assicurare all’impresa un reclutamento manageriale di alto livello, che può essere concretizzato con la scelta di affidare ruoli direttivi e strategici a professionisti di comprovata affidabilità ed esperienza.
Le competenze aziendali spesso non sono mai abbastanza. L’azienda conosce cicli di crescita ed espansione, alternati ad altri di stasi e contrazione; operando in mercati concorrenziali è normale attraversare queste fasi. Esse dipendono anche da necessità strategiche e progettuali. Ad esempio, in vista dell’acquisizione di un’azienda concorrente o per il lancio di nuovo prodotto o ancora per l’espansione della linea di vendita può essere necessario ricorrere a figure manageriali esperte, che abbiano già maturato l’esperienza in quell’ambito.
Oggi questa necessità viene soddisfatta dal ricorso al temporary management piuttosto che a un incarico di consulenza esterna. Indagini svolte presso aziende multinazionali rivelano che 8 di queste su 10 sono disponibili ad affidarsi alla gestione temporanea di impresa, perché ritenuta più affidabile e in grado di portare risultati concreti nei tempi prefissati.
Quando è possibile usufruire del temporary management?
Le casistiche sulle quali può intervenire un manager temporaneo per la gestione di impresa sono quasi sempre di carattere eccezionale.
- Ricambio generazionale: per assicurare la continuità durante il passaggio di poteri all’interno del management, in assenza di personale adatto.
- Riorganizzazione delle risorse umane: il manager interviene per rimettere in ordine il delicato settore del personale, limare le spese, gestire il payroll, razionalizzare gli incarichi, tagliare posti di lavoro, acquisire nuove competenze e figure professionali.
- Preparare l’azienda a un’acquisizione o a una fusione.
- Lanciare nuovi prodotti e gestire la fase promozionale.
- Sviluppare il reparto commerciale.
- Potenziare gli stabilimenti e la logistica.
- Incrementare le vendite all’estero o in un particolare territorio.
- Riorganizzare le pubbliche relazioni.
- Amministrare e mettere in ordine le finanze.
È chiaro che di fronte a responsabilità di questo tipo servono figure capaci diassolvere ai compiti indicati. Trovare quelle giuste non è semplice.
Come funziona il contratto di temporary management
Come suggerisce il termine, la gestione temporanea si caratterizza per la temporaneità dell’incarico: una provvisorietà rivolta a uno specifico scopo per il quale si prestano le competenze certificate.
Il punto, come sempre, è quello di scegliere correttamente le persone che dovranno ricoprire questo incarico.
Dal punto di vista meramente legislativo in Italia non esiste un istituto giuridico che definisca la figura del manager temporaneo e dell’incarico adesso conferito. Il codice civile e le leggi offrono però almeno tre strumenti contrattuali adatti a definire l’incarico:
- Il contratto di lavoro autonomo con prestazione d’opera a titolo professionale
- Il contratto di lavoro subordinato a termine (cioè condizionato allascadenza entro un termine prefissato)
- Il contratto di lavoro parasubordinato (che ricade nelle forme particolaridi lavoro subordinato, come quello a progetto, a collaborazione et cet.).
L’incarico può essere conferito in via diretta, senza alcuna mediazione, o invia indiretta tramite un soggetto terzo, cioè una società di consulenza che si assume la responsabilità di:
- Scegliere delle professionalità di valore all’interno di un database diprofessionisti e manager che hanno lavorato presso multinazionali, con incarichi di prestigio.
- Scegliere manager temporanei motivati, esperti, con attitudini di guida aderenti allo scopo richiesto.
- Organizzare il meeting con i candidati, avvicinando le parti e definendogli obiettivi.
Differenza tra temporary manager e consulente
Il termine “consulenza” già determina l’area di applicazione del consulente, di norma un professionista esterno come il temporary manager, che però offre consigli, suggerimenti, linee guida, raccomandazioni. Il temporary manager invece decide. Ovvero ricopre un incarico ben definito in azienda con poteri, decisioni e responsabilità immediate. A seconda del ruolo occupato partecipa ai più alti livelli decisionali, anche e soprattutto in aziende di grandi estensioni.
Perché ci si assicuri che svolga bene l’incarico al quale è stato chiamato, il temporary manager deve mostrare:
- Competenza specifica per una determinata materia o un particolare ambito
- Esperienza di management e quindi di guida e di direzione
- Approccio alla soluzione dei problemi pratico e in linea con le aspettative, offrendo nuove soluzioni a problemi annosi, spesso di gestione, di spese incontrollate o di cattiva organizzazione
- Obiettività e trasparenza. In gergo colloquiale il temporary manager non deve “guardare in faccia a nessuno”. Il giudizio sul suo operato dipende dal raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’imprenditore, che lo ha incaricato di fare operazioni che solo lui, in quella speciale condizione, può svolgere.
- Flessibilità: adattandosi alla storia e ai valori aziendali, il temporary manager attuerà un cambio di marcia senza stravolgere la storia dell’impresa. Libero da una visione settaria dei problemi si adeguerà alla situazione locale, economica o familiare con cui interagire.
- Capacità gestionale, anche nel proprio operato. È fondamentale che il temporary manager eviti decisioni che nel lungo periodo possano pregiudicare la sostenibilità dell’imprese, mettendone a repentaglio la liquidità e la solvibilità allo scopo di raggiungere un inutile vantaggio immediato.